Hamilton: An American Musical – recensione

Hamilton: An American Musical – recensione

“Immigrants, we get the job done”

Venerdì 8 dicembre è stata una delle mie Serate Teatro. Questa però è stata diversa da tutte le altre, perché…

sono finalmente andata a vedere Hamilton!

Prima di tutto, se non sapete cos’è Hamilton, citando la mia amica Ottavia: “Ma dove siete vissuti fino a questo momento??”

Hamilton è un fenomeno mondiale, non un semplice musical. Debuttato a Broadway nel 2015,  è andato sold out quasi immediatamente e continua ancora ad esserlo tutt’oggi  (a meno che non ti possa permettere di pagare prezzi folli per un biglietto, o non vinci la lotteria).

E’ stato candidato a 16 Tony nel 2016 e ne ha vinti 11 incluso il Tony per il miglior musical. Ma non è finita qui perché nel 2016 Hamilton ha vinto anche il Grammy per il miglior album di musical teatrale e il premio Pulitzer per la drammaturgia.

Ha debuttato nel West End di Londra il 6 dicembre 2017, e io sono stata così fortunata da riuscire a prendere i biglietti per lo spettacolo dell’8 dicembre.

Penso si capisca perché fossi così emozionata venerdì. In fondo quei biglietti li ho comprati solo nel lontano gennaio 2017.

Aspettare? Ne è completamente valsa la pena!

Sedetevi, mettetevi comodi, e lasciatevi trasportare nel mondo di Hamilton!

http://https://www.youtube.com/watch?v=yIl1OIGzuDg

Trama

Scritto da Lin Manuel Miranda (un genio, un mito, vorrei poter entrare nella sua testa per 10 minuti) Hamilton è un musical rap che parla della vita di Alexander Hamilton, uno dei padri fondatori americani, della rivoluzione Americana e della nascita degli Stati Uniti d’America.

Sì lo so, leggendo queste righe la prima cosa che vi viene in mente è: che noia, voglio andare a teatro, non ad ascoltare una lezione di storia.

Sbagliato. Sbagliatissimo. Continuate a rimanere seduti sulla vostra sedia! (spoiler in arrivo. Se non volete sapere nulla della trama del musical saltate direttamente alla mia recensione). Se invece volete approfondire, trovate un sacco di informazioni su Wikipedia.

Primo atto

Alexander Hamilton è un orfano che raggiunge l’America a 19 anni. Fin da piccolo mostra un incredibile talento con le parole e la penna. Diventa immediatamente un attivista nella lotta per l’indipendenza. Incontra prima Aaron Burr (sir!) e poi 3 altri rivoluzionari che lotteranno al suo fianco: John Laurens, il marchese di Lafayette e Hercules Mulligan.

La rivoluzione è in atto, re George non è felice e fa capire chiaramente ai coloni che è pronto alla guerra.

Il generale Washington capisce che ha bisogno di aiuto per poter vincere. Si rivolge ad Hamilton, che diventa il suo braccio destro.

Nel 1780 Hamilton partecipa ad un ballo organizzato da Philip Schuyler e lì ne conosce le le figlie, le sorelle Schuyler. Angelica, la maggiore, ignora i suoi stessi sentimenti e lo presenta alla sorella Eliza. Eliza e Hamilton si innamorano e si sposano dopo poco.

Durante la festa Burr confida ad Hamilton che sta frequentando una donna sposata ad un ufficiale inglese. E’ qui che si vede chiaramente la diversità fra Hamilton e Burr, il modo completamente opposto che hanno di vedere le cose e vivere la vita: Hamilton dice a Burr di uscire allo scoperto (il punto di vista famoso di Hamilton non a caso è “I’m not throwing away my shot“, non perderò la mia occasione), mentre Burr preferisce aspettare e vedere cosa la vita ha in serbo per lui (“I am willing to wait for it”, sono disposto ad aspettare).

La lotta per l’indipendenza continua. Eliza è incinta, Hamilton non solo non viene promosso a capitano ma viene anche rispedito a casa da Washington stesso, che lo vede come un figlio e vuole dargli l’opportunità di vivere una vita felice insieme alla moglie e al figlio in arrivo. Eliza cerca di spiegare ad Hamilton che non ha bisogno di fama e gloria, che può essere soddisfatto e felice vivendo al suo fianco, ma ad Hamilton chiaramente manca qualcosa.

Nel frattempo la rivoluzione raggiunge il suo apice e Lafayette e Washington si rendono conto di poter vincere ma di avere bisogno di Hamilton per riuscirci. Hamilton finalmente ottiene il tanto agognato comando, torna a combattere e la lotta per l’indipendenza termina con i coloni vincitori.

Dopo la vittoria, sia Hamilton che Burr tornano a New York per finire i loro studi. Hamilton ha un figlio, Philip, mentre Burr ha una figlia, Theodosia. Sia Hamilton che Burr studiano legge e Burr segue con invidia, irritazione ma anche ammirazione il continuo successo di Hamilton. Hamilton viene inserito nella Convezione della Costituzione, chiede aiuto a Burr per scriverla ma Burr rifiuta perché come al solito non vuole sbilanciarsi e prendere posizione. Washington viene eletto presidente e Hamilton diventa il segretario del tesoro.

Secondo Atto

Nel 1789, Thomas Jefferson ritorna negli Stati Uniti dopo avere trascorso la durata della rivoluzione in Francia.

James Madison chiede aiuto a Jefferson per cercare di bloccare la nuova riforma finanziara proposta da Hamilton. Hamilton ha chiaramente le idee, ma non il supporto del Congresso. Washington gli consiglia di trovare un compromesso, se non vuole perdere il posto di segretario.

Hamilton è completamente preso dal suo lavoro e rinuncia ad una vacanza con la famiglia. E’ qui che entra in scena Maria Reynolds. La donna approccia Hamilton dicendo di essere stata ripudiata dal marito, Hamilton le offre aiuto ma finisce per tradire Eliza e portare avanti una relazione parallela con Maria. Questo fino a che un giorno Hamilton non riceve una lettere da James Reynolds, il marito di Maria, che lo ricatta e pretende di essere pagato per non rivelare la tresca ad Eliza. Hamilton cede, paga e continua la relazione.

Hamilton nel frattempo sta ancora cercando di ottenere l’appoggio di Jefferson e Madison. I due accettano un compromesso e la riforma viene approvata in cambio dello spostamento della capitale degli USA da New York a Washington DC.

Burr è sempre più  invidioso del successo di Hamilton e decide di cambiare partito per migliorare la sua posizione politica. Per raggiungere il suo scopo sconfigge il padre di Eliza e ne prende il posto in senato. Questo porta ad un confronto tra Hamilton e Burr: Hamilton accusa Burr di non avere un’idea politica, di essere disposto a tutto pur di vincere.

Comincia un’altra discussione che vede Hamilton e Jefferson con opinioni completamente diverse: assistere o no la Francia nella sua lotta contro l’Inghilterra? Washington appoggia il punto di vista Hamilton e l’America non si schiera. Questo porta Jefferson, Madison e Burr ad unirsi nel tentativo di screditare Hamilton, gelosi del continuo supporto che ha da parte del presidente.

Jefferson si dimette dal senato per poter candidarsi a presidente, e Washington dichiara ad uno schockato Hamilton che ha deciso di ritirarsi e non candidarsi alle nuove elezioni.

Hamilton non solo si ritrova senza Washington alle spalle, ma si scontra anche con Adams, il nuovo presidente, e viene licenziato. Jefferson, Madison e Burr ne approfittano per confrontare Hamilton su una serie di pagamenti non autorizzati che hanno scoperto e lo accusano di tradimento. Hamilton si ritrova costretto a confessare la sua tresca con Maria Reynolds.

Nonostante Jefferson e Madison promettano di non rivelare quello che hanno scoperto, Hamilton decide di uscire allo scoperto e pubblicare la verità sul suo adulterio prima che la gente inizi a speculare e la sua reputazione politica ne esca rovinata. Così facendo Hamilton prova di non essere un traditore della patria, ma la sua vita personale ne esce completamente distrutta.

Passano gli anni e Philip, il figlio di Hamilton ormai cresciuto, si ritrova a sfidare a duello un uomo che ha insultato il padre. Hamilton consiglia al figlio di mirare al cielo mettendo fine alla disputa, ma Philip viene comunque ferito mortalmente. Dopo la morte di Philip la famiglia si trasferisce, ed Eliza eventualmente perdona Hamilton per il suo tradimento.

L’elezione presidenziale del 1800 vede Adams sconfitto, e Jefferson e Burr a parità di voti entrambi candidati a presidente. Hamilton si schiera dalla parte di Jefferson e Burr viene sconfitto. Burr, irato, sfida a duello Hamilton. Come il figlio, anche Hamilton mira al cielo (l’unica volta in cui decide di non cogliere la sua opportunità, di lasciarla andare: “If I throw away my shot, is this how you’ll remember me?”) ma Burr gli spara al cuore e lo uccide.

Hamilton viene ricordato come un genio della finanzia, padre fondatore del’America. Eliza spende la sua esistenza cercando di portare avanti l’eredità del marito, e apre un orfanatrofio in suo onore. Come ricorda Washington :

“Let me tell you what I wish I’d known
When I was young and dreamed of glory
You have no control
Who lives, who dies, who tells your story?”

RECENSIONE

Da dove cominciare. Dopo averlo visto a teatro capisco perché lo spettacolo è sold out in due continenti, i bagarini cercano di rivendere i biglietti a 3000$ e in generale la gente impazzisce.

Hamilton non è un semplice musical, è il nuovo fenomeno culturale del secolo. A partire dalla musica rap, che si incastra alla perfezione con le ballate più tipicamente di Broadway, i personaggi, le interazioni, il cast multi razziale… tutto contribuisce a rendere Hamilton un fenomeno mondiale che va visto assolutamente.

L’atmosfera a teatro venerdì era bellissima. Anche la stessa sicurezza e chi ci lavorava, sembrava fossimo stati tutti trasportati in un universo parallelo. Sarà stata la lunga attesa, l’incredible emozione… ma non ho mai provato una cosa del genere a teatro.

Entrando nel dettaglio, recensione dei personaggi e del cast di Londra.

  • A. Hamilton (Jamael Westman): Voce stupenda e anche bravissimo nelle coreografie e nel ballo. E’ altissimo e svetta su tutti i personaggi, in particolare su Eliza (è troppo carino vederli insieme con lui che si deve piegare tipo a 90 gradi per baciarla). Non è sicuramente l’Hamilton di Lin Manuel Miranda, e non si deve neanche paragonare. Jamael è giovanissimo, questo è il suo primo ruolo in un musical (alla faccia del debutto). Sì l’ho trovato un po’ impacciato in alcune scene, ma sono sicura all 100% che sia dovuto solo al fatto che deve ancora crescere nel personaggio di Hamilton e farlo davvero suo. Spero di avere la possibilità di vederlo di nuovo tra tipo 6 mesi/ un anno, perché so già che sarà un Hamilton completamente diverso, soprattutto nelle scene drammatiche.
  • A. Burr (Giles Terera): Voce, interpretazione del personaggio, recitazione… tutto fenomenale. La cosa curiosa è che Giles ha un difetto di pronuncia. Personalmente ciò non ha inciso assolutamente sul valore della sua performance, ma so che potrebbe spiazzare tantissima gente. Io non mi sarei potuta immaginare un Burr migliore (beh, voglio dire, se non posso avere Leslie).
  • Lafayette / Jefferson (Jason Pennycooke): Nel primo atto Lafayette mi era piaciuto, ma il ricordo è stato completamente spazzato via da Jefferson nel secondo. Un Jefferson fenomenale. Divertente, subdolo, molto diverso da quello di Broadway, sale sul palco e ruba completamente la scena. Voce e ballo perfetti.
  • Mulligan / Madison (Tarinn Callender): Anche qui, forse ho preferito Madison a Mulligan, ma penso di essere influenzata da Jefferson e l’accoppiata fenomenale che formano insieme. Bellissima voce.
  • Laurens / Philip (Cleve September): Laurens onestamente non mi ha detto molto, ma il suo Philip mi è piaciuto tanto. Bellissima voce e bellissimo lui.
  • Re George (Michael Jibson): TUTTI SI INCHININO AL RE. Fantastico, non ci sono altri modi per descriverlo. Sicuramente uno dei miei preferiti, quello che mi è dispiaciuto non vedere alla stage door. Un king George perfetto, divertente, diverso da quello di J. Groff. Non avrei potuto chiedere di meglio, l’unica cosa negativa è che ha troppo poco spazio!
  • Washington (Obioma Ugoala): Un altro che si meritava tutta la standing ovation di fine spettacolo. Fenomenale, carismatico, teneva il palco benissimo ed emanava tutta l’autorità di un generale. Voce stupenda.
  • Eliza Schuyler (Rachelle Ann Go): Voce bellissima. Nel primo atto l’ho trovata forse un po’ troppo forzata e troppo “bambina”. All’inizio mi ricordava molto più Peggy che non Eliza. Poi si è ripresa e in Burn è stata eccezionale.
  • Angelica Schuyler (Rachel John): Perfetta. Voce, recitazione, interpretazione del personaggio, niente da ridire. Secondo me con il passare degli spettacoli potrebbe arrivare a spingere un po’ di più nell’interpretazione, ma anche qui come con Hamilton penso sia proprio solo una questione di pratica.
  • Peggy Schuyler/ Maria Reynolds (Christine Allado): Anche lei fantastica! A primo acchito Peggy mi aveva lasciata un po’ stranita, anche lei è molto alta e svetta su entrambe le sorelle. Ma Christine riesce comunque a creare quell’aria ingenua e divertente che la rende perfetta per Peggy. Stessa cosa per Maria: emblema della seduzione, perfetta per la parte.

Informazioni Utili

1. Teatro

Victoria Palace Theatre 

2. Indirizzo

Victoria St, Westminster, London SW1E 5EA, UK

3. Contatti

Il box office è aperto dal Lunedì al Sabato, ore 10 – 19.45. Telefono: 08444825138. Email: VPBox@delfontmackintosh.co.uk

4. Acquistare il biglietto

Acquistato su Ticketmaster, l’unico rivenditore ufficiale. Io ho preso i biglietti in prevendita nel lontano gennaio 2017 e non ho avuto modo di scegliere il posto: all’epoca avevo scelto il giorno e Ticketmaster mi aveva messo nel carrello i biglietti migliori disponibili per quel giorno specifico. Io e le mie amiche ci siamo trovate con 4 posti fila C delle stalls e 4 posti fila E del Royal Circle, prezzo 79.50£. Entrambe le posizioni erano perfette. Io ho visto lo spettacolo dalle stalls e avevo una visuale perfetta dell’intero palco e degli attori. Se preferite la visione d’insieme e le coreografie, allora le prime file del Royal Circle fanno per voi.

Consiglio: Controllate il sito del teatro per vedere quando un nuovo blocco di biglietti viene messo in vendita. Registratevi prima a Ticketmaster se già non avete un account, e state pronti a connettervi nell’esatto momento in cui si apre la vendita. Se anche così non avete fortuna, controllate i returns ogni giorno o provate la lotteria dall’app.

5. Varie

  • La produzione di Hamilton sta combattendo una vera e propria guerra contro i rivenditori non autorizzati. La sicurezza e i controlli sono al massimo storico, ma sinceramente ne sono felicissima. Preferisco fare la coda per entrare a teatro piuttosto che vedere biglietti in vendita a 6000£ su Stubhub o Viagogo. Quando acquistate il biglietto non vi arriverà per email e non vi verrà spedito a casa. Dovete presentarvi a teatro con la carta usata per fare l’acquisto, un documento di riconoscimento con foto e la mail di conferma di Ticketmaster.
  • Se siete in gruppo dovete entrare tutti insieme, non vi fanno neanche mettere in coda se manca qualche persona. Quindi se avete amici ritardatari ditegli di arrivare 3 ore prima, se no perdete tutti lo spettacolo.
  • Di solito se devo vedere un musical evito di ascoltare le canzoni in anticipo perché non voglio rovinarmi la sorpresa. Con Hamilton però è diverso, vi consiglio di andare su Spotify e ascoltarvi tutta la colonna sonora fino a che non sapete le canzoni a memoria. Alcune canzoni (come Guns and Ships) sono così veloci che rischiate di perdere metà del significato se non sapete già di cosa parlano.

6. Merchandise

Ovviamente non potevo non comprare merch. Ci sono tantissime cose, anche se manca il cappello di Burr che avevano a Broadway. Io ho comprato la brochure originale del cast di broadway (10£), il programma dello spettacolo inglese (4£), la tazza (12£) e il cappello di Hamilton (20£). Oltre a questo ovviamente ci sono maglie, felpe, portachiavi, e chi più ne ha più ne metta.

Consiglio: Il merchandise apre alle 18 e io vi consiglio caldamente di arrivare a teatro esattamente per quell’ora. La coda è lunghissima e molto lenta, noi ci abbiamo messo 45 minuti buoni per arrivare a comprare qualcosa.  E’ letteralmente impossibile comprare nei 15 minuti di intervallo. Il banco rimane aperto anche alla fine dello spettacolo, ma ovviamente perdete la stage door se vi fermate a fare acquisti.

7. Stage door

Non c’è letteralmente spazio da nessuna parte e penso che in realtà debbano ancora “costruirla”. Per ora dovete mettervi in fila alla destra del teatro, sul marciapiede (stesso posto se state aspettando i returns). Quando l’abbiamo fatta noi, Hamilton, Burr, King George, Eliza e Peggy non sono usciti. Sono usciti Washington, Jefferson, Laurence, Madison e Angelica. Ma penso sia normale visto che si tratta ancora della preview e qui a Londra si congela. Loro tutti mega carini! Penso siano più fan di Hamilton loro dei fan stessi!

Consiglio: Portatevi un pennarello se volete un autografo perché non lo avevano e con la penna non si vede nulla.

Che ne pensate? Andrete a vederlo? Lasciatemi un commento con la vostra recensione!